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giovedì 20 febbraio 2025

Sinner: colpevole o innocente?

Nell’ultimo anno il tennista numero uno al mondo Jannik Sinner è stato coinvolto in una faccenda alquanto ambigua.

Nel marzo 2024, dopo aver effettuato un test antidoping, è risultato positivo al Clostebol. Quest'ultimo è uno steroide anabolizzante, proibito per questo agli sportivi dal World Anti-Doping Code, ma può essere anche utilizzato come cicatrizzante delle lesioni cutanee. È stato infatti ammesso da Sinner stesso di non aver assunto volontariamente questo medicinale ma di averne avuto a che fare a causa di una negligenza: il suo fisioterapista aveva infatti utilizzato uno spray generico contenente il Clostebol per curarsi una ferita e poi ha successivamente massaggiato Sinner trasferendogli quindi per assorbimento cutaneo la sostanza, tutto ciò a sua insaputa. 

Nonostante la sua versione dei fatti sia stata accettata, l’accaduto lo porterà comunque a delle conseguenze (decretate dalla WADA, World Anti-Doping Agency, che ha il potere di decretare quando utilizzare o meno una determinata sostanza): a partire dal 9 febbraio 2025, per tre mesi, Sinner non potrà prendere parte a tornei, allenarsi nei circoli che aderiscono alla Federazione Italiana Tennis e non gli sarà concesso di conseguenza di esercitarsi con tennisti tesserati.

Queste ripercussioni arrivano malgrado la sua verità dei fatti sia stata accolta poiché Sinner viene ritenuto colpevole della noncuranza del suo staff, a cui non ha prestato quindi la giusta attenzione. 

Ma è una condanna sensata se consideriamo che nell'arco di questi tre mesi Sinner potrà allenarsi, ad esempio, con ex tennisti professionisti non più tesserati e, soprattutto, non aveva nessun torneo in programma? Non sarebbe stata più appropriata una multa piuttosto che una “punizione stile genitore con il proprio figlio”? È giusto che il tennista sia responsabile del proprio team quando lo staff dovrebbe essere il primo esaminatore del giocatore in carico e quindi attenzionare tutto ciò che potrebbe metterlo nei guai?

Tutto ciò fa incredibilmente passare Sinner come vittima di chi non vuole vederlo arrivare in alto ed è emblematico di un sistema tutto all'italiana che lo è andato a toccare nel punto più importante per lui e per tutti gli italiani che lo seguono: lo sport. 

Un augurio a Sinner sperando sia al massimo delle sue forze per gli Internazionali a Roma!


mercoledì 12 febbraio 2025

Un Sanremo tranquillo…ma una polemica c’è!

Sanremo è cominciato ed è tempo di musica, ma non solo. Nonostante dalla prima serata abbiamo potuto notare un festival più lineare e tranquillo rispetto a quelli precedenti c’è chi non perde occasione di sfruttare la kermesse sanremese per aprire delle diatribe come, ad esempio, il giornalista Giuseppe Candela di Dagospia che da lunedì non vede l’ora di porre domande acchiappa critica durante le conferenze stampa sanremesi. L’altro giorno ha chiesto ai presenti (Carlo Conti, Antonella Clerici e Gerry Scotti) se si dichiarassero antifascisti. Dopo un’alzatina di spalle (quasi a far denotare “la stranezza” della domanda) Carlo Conti non esita a rispondere con grande professionalità asserendo che non c’è nessun problema nel dichiararsi antifascisti. 

La domanda (per quanto dovrebbe avere di per sé una risposta univoca per tutti) è “anacronistica” (riprendo il termine utilizzato da Carlo Conti) ma non perché abbia bisogno di un contesto: il problema del quesito posto è il pretesto con il quale viene proposto. Si crede di fare questo genere di domande pensando di scatenare la polemicuccia e sperando a tutti i costi in una risposta scomoda che non arriverà mai visto lo scenario in cui la domanda è stata posta: aspettarsi che Carlo Conti risponda no oppure si trovi in difficoltà a rispondere è come cercare il pelo nell’uovo, non accadrà mai!

Ovviamente il teatrino di questo giornalista è continuato anche stamattina e chissà se continuerà nei prossimi giorni.

È quindi il caso di riprendere ciò che disse Ultimo nel 2019 sempre in conferenza stampa “voi giornalisti avete questa settimana per sentirvi importanti”.


Ma Sanremo è Sanremo, parliamo di musica e godiamocela!

sabato 8 febbraio 2025

La storia del ragazzo scampato al disastro aereo di Washington: una fake news

Avete presente il disastro aereo accaduto a Washington il 29 gennaio?

Ripercorriamolo: il volo American Eagle 5342 e l’elicottero Black Hawk dell’esercito statunitense si scontrano, per cause ancora tutte da chiarire, nei pressi dell'aeroporto  nazionale Ronald Reagan di Washington. Lo schianto non ha lasciato scampo alle 64 persone che viaggiavano a bordo dell'aereo (tra cui un’intera squadra di pattinaggio) e i 3 membri dell’equipaggio dell’elicottero.

All’interno di questa tragedia è però circolata ben presto un fake news: a bordo di quell’aereo, secondo i giornali, sarebbe dovuto salire anche il pattinatore Jon Maravilla che non salì su quel volo solo grazie al suo cane, ritenuto di taglia troppo grande per viaggiare in cabina.

Storia commovente, peccato che sarà lo stesso ragazzo a smentire tramite una storia Instagram di essere scampato al volo grazie al suo cane. Dice “Ciao ragazzi voglio solo chiarire che queste storie non sono vere. Stavo volando per Detroit e non avrei dovuto essere sul volo per DC. Il mio cuore è con le vittime e non riesco a credere che tutto questo sia vero. Sono ancora sotto shock, troppi amici se ne sono andati troppo presto. Riposate in pace”. 



Con il passare delle ore, possiamo notare che nessun telegiornale e nessuna testata riporta la smentita con la stessa risonanza con la quale era stata messa in circolo la fake news. La notizia, per molti, rimane dunque quella del ragazzo salvato grazie al suo cane. Sarà forse che per i giornali è più importante pubblicare notizie sensazionalistiche che creino nel lettore (e nell’ascoltatore) un alone di empatia piuttosto che smentire una fake news che metterebbe in luce una mancanza di fact-checking?