Si sono svolti 2 giorni fa a Militello in Val di Catania i funerali di Pippo Baudo, che ha fatto a suo modo la storia della televisione italiana insieme a Corrado, Mike Bongiorno ed altri grandi conduttori. Ogni palcoscenico da lui calcato veniva pluridecorato anche se dietro di lui ci fosse stata una scenografia vuota: non servivano fronzoli, a lui bastava il suo pubblico e la trasmissione era fatta. Per lui che parlava la “lingua della televisione” risultava semplice attirare i telespettatori con chiarezza e con una linguaggio del corpo grazie al quale riusciva a raccogliere tutti attorno a sé. Se prendiamo come spunto la disamina di Patrick Facciolo sull'efficacia comunicativa di Pippo Baudo, notiamo come quest’ultimo funzionasse anche per questo:
“Pippo Baudo aveva un caratteristica che lo rendeva molto diverso dagli altri conduttori: era alto [...], era più alto di qualsiasi vincitore del festival [...]. La psicologia ci insegna che essere più alti significa avere maggiore capacità di leadership percepita, e anche maggiore capacità di autocontrollo.”
Ricordiamo il suo impegno per la costruzione di una “TV di qualità” che era fatta di buoni costumi ed educava alla buona musica, della quale si poneva attenzione alle parole. Con la sua dipartita si chiude un cerchio che non avrà eguali nel resto della storia televisiva italiana: i cambiamenti e i progressi storico-culturali da lui attuati sarebbero oggi inimitabili poiché cambia la TV e cambiano i telespettatori. Pippo Baudo non avrà eredi ed è giusto così: lui è stato unico per il suo tempo e ciò che rimane e la valenza storica della sua conduzione. Essa può essere presa come spunto, come insegnamento, riproponendola in chiave moderna.
Nessun commento:
Posta un commento